Sorvolo

13 gennaio – 17 febbraio 2018
Pia Gazzola, artista di origine veronese, formatasi tra Parigi, Roma e Vienna dove ha vissuto per molti anni, propone per questa mostra una selezione di lavori su carta e fotografie, in stretta relazione con le tematiche del “libro” e in particolare a quella forma espressiva silenziosa della Natura, fatta di segni. In questo nuovo progetto espositivo, inoltre, il rapporto con la “qualità del tempo” si rivela di fondamentale importanza per l’artista, la quale, ne indaga le differenti declinazioni attraverso l’analisi delle proprietà comunicative dell’arte.

«… L’immaginario si dilata tra i segni, da libro a libro, negli interstizi delle ripetizioni e dei commenti; nasce e si forma nell’essere-due dei testi.» (1)

All’interno della sala espositiva che Studio la Città dedica mensilmente ad artisti indipendenti dalle logiche di mercato e di indubbia qualità, sono esposte opere tratte dalle serie Partiture vigne, Due passi Doppie Pagine / Libri in un allestimento pensato e realizzato appositamente su misura per lo spazio. Pia Gazzola interpreta qui, in maniera letterale, l’antica metafora della Natura come libro universale che, in questo caso risulta scritto dalla Natura stessa, autrice delle calligrafie e delle partiture musicali che lo compongono. Nelle sue opere su carta infatti, sono le diverse varietà di piante ad esprimersi autonomamente agendo come strumenti di scrittura: le loro estremità, ricoperte di inchiostro, si muovono sul foglio come in una danza, disegnando dei segni che sono in realtà una traccia indelebile del loro comportamento, dettato da varie condizioni esterne, quali il soffiare del vento, la resistenza delle loro fibre, la loro crescita spontanea ecc. «… L’obiettivo viene raggiunto nel libro che Pia Gazzola ha creato ‘senza mani’. Nel libro non c’è alcuna raffigurazione né alcun intervento di espressione corporea; è una trasposizione diretta del movimento sul foglio. Con le sue iniziative comunicative, Pia propone la contemplazione della Natura e la sua autorità tramite la trasparenza di un gesto diretto e immediato.» (2) Lo sviluppo di questa poetica trae origine dalla serie Segni di Segni, di fondamentale importanza per la genesi di tutti i lavori che l’artista lega intimamente alla tematica della Natura creatrice. Autori di queste opere, realizzate su carta cotone, sono ancora una volta elementi vegetali, artefici del proprio territorio grafico, definito da azioni e reazioni, dall’ampiezza e dal ritmo di forze più o meno prevedibili o arbitrarie. Alla base del lavoro di Pia Gazzola, dagli inizi fino ad oggi, c’è l’idea affascinante dello stretto rapporto che lega l’arte alla comunicazione e al Tempo, inteso qui nella sua accezione sia cronologica che filosofica. Infatti, a segnare il percorso artistico della Gazzola, è l’importante progetto Capire al Volo, che ha visto l’artista impegnata nella sua realizzazione per tre anni, dal 1998 al 2000. Qui, attraverso il volo di colombi viaggiatori, Pia Gazzola trasfigura la tecnica antichissima della trasmissione dei messaggi, alla luce dei mezzi di comunicazione virtuale e delle nuove tecnologie. I colombi, in viaggio da diverse città europee alla volta di Vienna si fanno così portatori di una serie di concetti fondamentali che ritroviamo anche nei lavori proposti a Studio la Città: il fenomeno del collegamento in rete, il superamento delle frontiere, la trasformazione subita dal messaggio ad opera del tempo e dello spazio. «… L’idea affascinante del progetto è il rapporto con la comunicazione e l’informazione, nel quale sono prioritari non il messaggio reale ma piuttosto le condizioni in cui avviene la sua trasmissione…» (3) «… Naturalmente la velocità dei colombi viaggiatori non è impressionante se la paragoniamo a quella dei dati trasmessi elettronicamente. Ma quanto è rilevante il tempo guadagnato con la comunicazione digitale in relazione, ad esempio, alla nostra vita e al tempo di cui disponiamo per leggere? …» (4)

(1) Michel Foucault, “Un ‘fantastico’ da biblioteca”, in Scritti letterari, trad. it. di Cesare Milanese, Feltrinelli, Milano 2004, pp.137-138.

(2) Juan Navarro Baldeweg, “Escritos”, ed. PRE-TEXTOS, Madrid 2017, pp. 210-215

(3) Gerfried Stocker “capire al volo / im flug verstehen” ed. GABRIELE MAZZOTTA, Milano1999, p. 91

(4) Wolfgang Kos, “capire al volo / im flug verstehen” ed. GABRIELE MAZZOTTA, Milano1999, p. 104

Sorvolo

13 gennaio – 17 febbraio 2018
Pia Gazzola, artista di origine veronese, formatasi tra Parigi, Roma e Vienna dove ha vissuto per molti anni, propone per questa mostra una selezione di lavori su carta e fotografie, in stretta relazione con le tematiche del “libro” e in particolare a quella forma espressiva silenziosa della Natura, fatta di segni. In questo nuovo progetto espositivo, inoltre, il rapporto con la “qualità del tempo” si rivela di fondamentale importanza per l’artista, la quale, ne indaga le differenti declinazioni attraverso l’analisi delle proprietà comunicative dell’arte.

«… L’immaginario si dilata tra i segni, da libro a libro, negli interstizi delle ripetizioni e dei commenti; nasce e si forma nell’essere-due dei testi.» (1)

All’interno della sala espositiva che Studio la Città dedica mensilmente ad artisti indipendenti dalle logiche di mercato e di indubbia qualità, sono esposte opere tratte dalle serie Partiture vigne, Due passi Doppie Pagine / Libri in un allestimento pensato e realizzato appositamente su misura per lo spazio. Pia Gazzola interpreta qui, in maniera letterale, l’antica metafora della Natura come libro universale che, in questo caso risulta scritto dalla Natura stessa, autrice delle calligrafie e delle partiture musicali che lo compongono. Nelle sue opere su carta infatti, sono le diverse varietà di piante ad esprimersi autonomamente agendo come strumenti di scrittura: le loro estremità, ricoperte di inchiostro, si muovono sul foglio come in una danza, disegnando dei segni che sono in realtà una traccia indelebile del loro comportamento, dettato da varie condizioni esterne, quali il soffiare del vento, la resistenza delle loro fibre, la loro crescita spontanea ecc. «… L’obiettivo viene raggiunto nel libro che Pia Gazzola ha creato ‘senza mani’. Nel libro non c’è alcuna raffigurazione né alcun intervento di espressione corporea; è una trasposizione diretta del movimento sul foglio. Con le sue iniziative comunicative, Pia propone la contemplazione della Natura e la sua autorità tramite la trasparenza di un gesto diretto e immediato.» (2) Lo sviluppo di questa poetica trae origine dalla serie Segni di Segni, di fondamentale importanza per la genesi di tutti i lavori che l’artista lega intimamente alla tematica della Natura creatrice. Autori di queste opere, realizzate su carta cotone, sono ancora una volta elementi vegetali, artefici del proprio territorio grafico, definito da azioni e reazioni, dall’ampiezza e dal ritmo di forze più o meno prevedibili o arbitrarie. Alla base del lavoro di Pia Gazzola, dagli inizi fino ad oggi, c’è l’idea affascinante dello stretto rapporto che lega l’arte alla comunicazione e al Tempo, inteso qui nella sua accezione sia cronologica che filosofica. Infatti, a segnare il percorso artistico della Gazzola, è l’importante progetto Capire al Volo, che ha visto l’artista impegnata nella sua realizzazione per tre anni, dal 1998 al 2000. Qui, attraverso il volo di colombi viaggiatori, Pia Gazzola trasfigura la tecnica antichissima della trasmissione dei messaggi, alla luce dei mezzi di comunicazione virtuale e delle nuove tecnologie. I colombi, in viaggio da diverse città europee alla volta di Vienna si fanno così portatori di una serie di concetti fondamentali che ritroviamo anche nei lavori proposti a Studio la Città: il fenomeno del collegamento in rete, il superamento delle frontiere, la trasformazione subita dal messaggio ad opera del tempo e dello spazio. «… L’idea affascinante del progetto è il rapporto con la comunicazione e l’informazione, nel quale sono prioritari non il messaggio reale ma piuttosto le condizioni in cui avviene la sua trasmissione…» (3) «… Naturalmente la velocità dei colombi viaggiatori non è impressionante se la paragoniamo a quella dei dati trasmessi elettronicamente. Ma quanto è rilevante il tempo guadagnato con la comunicazione digitale in relazione, ad esempio, alla nostra vita e al tempo di cui disponiamo per leggere? …» (4)

(1) Michel Foucault, “Un ‘fantastico’ da biblioteca”, in Scritti letterari, trad. it. di Cesare Milanese, Feltrinelli, Milano 2004, pp.137-138.

(2) Juan Navarro Baldeweg, “Escritos”, ed. PRE-TEXTOS, Madrid 2017, pp. 210-215

(3) Gerfried Stocker “capire al volo / im flug verstehen” ed. GABRIELE MAZZOTTA, Milano1999, p. 91

(4) Wolfgang Kos, “capire al volo / im flug verstehen” ed. GABRIELE MAZZOTTA, Milano1999, p. 104