2022 Segni di Segni

“Da tempo Pia Gazzola raccoglie su carta le impronte del movimento di diversi tipi
di piante le cui foglie, tinte d’inchiostro sulle loro punte, diventano lo strumento di
espressione grafica capace di catturare configurazioni che rispondono alla flessibilità
delle fibre vegetali esposte all’aria e al vento.[…]
È una meravigliosa impresa concentrata in un libro di tavole che mostra gli effetti del
metodo che Pia Gazzola ha ideato. L’artista ha creato un repertorio visivo in relazione alla
vivacità e ai diversi movimenti dell’albero, del cespuglio, del ramo e della foglia.[…]
Alcuni artisti inibiscono la loro presenza e desiderano, in qualche modo, essere assenti
per rendere più neutrale il loro messaggio. Tale obiettivo viene raggiunto nel libro di Pia
Gazzola fatto ‘senza le mani’. Non c’è in esso una rappresentazione né un’espressione
corporale interposta, c’è invece un trasporto diretto del movimento al foglio.”

Juan Navarro Baldeweg
estratto da, ESCRITOS,
Nuevas pàginas en el libro de la naturaleza
Edizione PRE-TEXTOS, Madrid,
1 septiembre de 2017

PDF dell’invito

Pia Gazzola
SEGNI DI SEGNI


Museo di Storia Naturale di Verona

4 – 30 novembre 2022
inaugurazione 4 novembre, ore 10.30


in collaborazione con
Studio la Città


Il Museo di Storia Naturale accoglie dal 4 al 30 novembre 2022 l’esposizione personale Segni di Segni dell’artista Pia Gazzola. La rassegna si configura come secondo e conclusivo momento del progetto inaugurato lo scorso 14 ottobre nella prestigiosa sala del Museo riservata ai fossili Bolca con la mostra Pagine fossili. Un percorso-omaggio che l’artista ha voluto dedicare a questo importante museo cittadino attraverso il linguaggio della natura.


Il progetto Segni di Segni raccoglie un corpus di opere fotografiche di grande suggestione frutto di un lungo percorso che ha visto Pia Gazzola impegnata nella selezione di alcune piante le cui foglie, intinte nell’inchiostro, hanno tracciato su un foglio di carta dei segni, dei disegni che nascono dal movimento delle foglie sospinte dal vento. L’artista, infatti, affida il suo gesto alla natura e alla sua poetica capacità che trova nel segno e nella fotografia la migliore espressione.


Come scrive Juan Navarro Baldeweg in uno dei saggi dedicati al lavoro dell’artista:
Pia Gazzola da tempo raccoglie sulla carta le impronte del movimento di diversi tipi di piante le cui foglie, tinte in punta, servono da strumento di espressione grafica capace di captare configurazioni che rispondono alla flessibilità delle fibre vegetali esposte all’aria e al vento. È una meravigliosa impresa concentrata in un libro di tavole che mostra gli effetti del metodo che ha ideato. L’artista ha creato un repertorio visivo in relazione alla vivacità e alla forma dei vari movimenti dell’albero, del cespuglio, della pianta, del ramo e della foglia. I comportamenti
caratteristici di esseri organici naturali si mostrano come enigmatici geroglifici disegnati dalle loro estremità e si offrono al piacere della nostra curiosità.
[…] Ciascuna pianta produce la propria impronta grafica definita dalle azioni o dalle reazioni, dall’ampiezza e dal ritmo delle spinte più o meno prevedibili o imprevedibili. Viene recensita così una fenomenologia stabilita dai pesi, dalle resistenze, dagli scorrimenti sulla carta, dalle pressioni o dalle liberazioni repentine e tutto come conseguenza della lotta tra le fibre e il vento, con la sua
velocità e le direzioni del suo soffio.
I disegni sono sempre creati da uno strumento guidato da una mano, ma in questo caso lo strumento è la foglia o l’estremità appuntita di una pianta.


Una poetica, quella di Pia Gazzola, che trae origine dal suo particolare e singolare rapporto col tempo e con la natura, fondamentali per la genesi di tutti i suoi lavori intimamente legati a questa tematica. Anche in questa esposizione, come in Pagine fossili e nella serie intitolata Incontri, le opere sono concepite su due pagine aperte e accostate “…le doppie pagine hanno per me l’importante valenza che scaturisce dall’accostamento e dalla contiguità di due immagini diverse che affiancate suscitano l’afflato dell’associazione, non per l’affinità del loro soggetto, ma per il fatto che si contaminano rigenerandosi. Immagini come campi di forze, segnati da collisioni e da affioramenti di memorie non intenzionali.


Questa mostra ben si adatta alle caratteristiche del Museo di Storia Naturale, erede e custode degli erbari dei naturalisti botanici veronesi, che nel XIX secolo compirono le prime ricerche sulla vegetazione della nostra città. Da allora la sezione di botanica, oltre a conservare le ricche collezioni storiche, le incrementa con ricerche sul campo mirate alla conoscenza degli aspetti naturalistici della nostra regione.


Le due mostre Segni di Segni e Pagine fossili si potranno visitare in contemporanea dal 4 al 10 novembre.


Pia Gazzola nasce a Negrar di Valpolicella – Verona – il 4 giugno del 1945.


Si forma a Milano, all’ICART di Parigi, all’Istituto Centrale del Restauro di Roma e poi a Vienna dove si trasferisce nel 1974 e vi risiede per trent’anni chiamata a far parte degli esperti dei laboratori di restauro statali austriaci. L’esperienza maturata segna profondamente il suo personalissimo itinerario artistico, già a
partire dal 1986, anno in cui decide di “rompere il silenzio” e inizia a realizzare le sue opere. La sua poetica è in stretta relazione con le tematiche del “libro” in particolare alla forma espressiva silenziosa della natura, le tracce, i segni e l’indagine sulle diverse “qualità del tempo”. Il libro d’artista, le installazioni, la fotografia e i considerevoli progetti sperimentali sono parte integrante del suo lavoro e della sua ricerca artistica. In particolare quello iniziato nel 1999: capire al volo, sviluppato in tre anni, sul tema della percezione del tempo e della distanza, in rapporto ai media digitali, in cui l’artista coinvolge come protagonisti delle squadre di colombi viaggatori. Il vasto progetto si articola con mostre, installazioni e performance presso la Humboldt Universitaet di Berlino, l’Accademia d’arte Angewandte Kunst di Vienna, presso il Museo d’Arte
Contemporanea Kunst und Ausstelllungshalle a Bonn e presso la Collezione d’Arte Contemporanea della Certosa di Padula (SA). Rientrata in Italia nel 2004, si trasferisce definitivamente in Valpolicella vicino a Verona. Dal 2005 al 2014 tiene corsi in Italia e all’estero con gli allievi delle università Cooper Union e New
York University in qualità di visiting lecturer per Advanced architecture laboratory. Inoltre, per l’Università CEU San Pablo di Madrid, tiene conferenze e workshop sul tema: il linguaggio dell’ombra: trasferimenti e trasformazioni presso il Palacio de Cristal, spazio espositivo del Museo Reina Sofia. Sempre a Madrid, presso la galleria Ivorypress, espone il progetto Segni di Segni che diventa parte dell’Artist’ Books Collection di Elena e Norman Foster. Tra il 2014 e il 2019 pubblica un libro fotografico sul tema della cultura, “Romeo e
Giulietta la tragedia di Verona
” e espone il progetto sorvolo presso la Galleria la Città. Oltre all’attività espositiva, le sue opere sono presenti in collezioni straniere e italiane.


Pia Gazzola
SEGNI DI SEGNI

4 – 30 novembre 2022


PAGINE FOSSILI
14 ottobre – 10 novembre 2022


Verona, Museo di Storia Naturale
in collaborazione con